Strazz: Stamattina ho preso un caffè con Giorgio e a parte le presentazioni di rito, abbiamo chiacchierato di una similitudine che può sembrare strana, ma che in realtà è estremamente calzante: quella tra remote working e World of Warcraft!
Strazz: Ciao Giorgio e grazie di esserti fatto intervistare per presentarti al resto della community dei sailors. Cosa ti ha fatto decidere di entrare a far parte della squadra?
Giorgio: Ciao, Strazz! La spinta maggiore è stata proprio il vedere come la squadra è una vera e propria community con un approccio progressivo rispetto al lavoro full-remote e dedicata a un miglioramento continuo.
Strazz: Come hai conosciuto la nostra realtà?
Giorgio: Grazie a una serie di passaparola ‘fisici’ iniziati in provincia di Roma, passati per Bologna e terminati a Pisa! Poi, naturalmente, ho approfondito sul web (Linkedin et similia).
Strazz: Dici che il full-remote è uno degli elementi che ti ha portato a “bordo”, è la tua prima esperienza da remoto?
Giorgio: A parte il periodo forzato in pandemia… questa è la mia prima esperienza full-remote.
Strazz: Questo mi dà lo spunto per un’altra domanda: molte realtà hanno fatto di necessità virtù e in pandemia hanno implementato delle policy di lavoro remoto. Però credo che poi la differenza con un’azienda che è strutturata per il lavoro remoto già da prima del covid si noti. Me lo confermi? C’è qualcosa in particolare che ti ha colpito su questo tema?
Giorgio: Si, è una cosa che salta subito all’occhio: una realtà già ‘abituata’ che vive il full-remote in maniera naturale e senza le ansie tipiche delle aziende che cercano di implementarlo in parte o totalmente per il dopo emergenza. Potrei anche dire che l’ambiente che ho trovato è molto simile a quello di una ‘gilda’ rodata di MMO (ho una discreta esperienza in World of Warcraft ) in cui per forza di cose l’attività viene organizzata completamente full-remote.
Strazz: hai citato World of Warcraft, questo mi da un gancio per parlare di te? Quando non programmi cosa fai di bello?
Giorgio: Quando non programmo, in genere mi dedico soprattutto a lunghe passeggiate e, quando posso, cerco di viaggiare sia in Italia che all’esterno. Se poi avanza un po’ di tempo lo dedico a qualche gioco tipo World of Warcraft, appunto. In giochi come questo apprezzo il livello di coordinazione necessaria tra i vari giocatori (coordinare gruppi di 10/25/40 persone non è banale) per raggiungere uno scopo. E devo dire che sono anche stati un buon allenamento per la forma mentis necessaria al lavoro remoto
Strazz: Devo dire che è molto interessante (ma anche incredibilmente calzante) la similitudine tra WoW e lavoro remoto. Cosa mi dici invece del tuo percorso professionale?
Giorgio: Ho iniziato all’incirca nel 1999 da freelance come illustratore/traduttore di manualistica e sviluppatore web per poi passare, nel 2006, a un lavoro più strutturato. Nel corso degli anni ho lavorato per la maggior parte su vari portali web italiani legati alla PA/turismo/agenzie di stampa come sviluppatore full-stack. Un po’ alla volta mi sono concentrato maggiormente sul mondo del backend e sullo studio delle pratiche agili/clean code/ecc. (illuminato dai lavori di Robert Martin, Martin Fowler e Kent Beck) ed eccomi qui ora in una nuova avventura.
Strazz: aspettative per il futuro? Cosa speri ti possa portare questa nuova avventura?
Giorgio: A parte il fatto di migliorarmi dal punto di vista professionale, mi aspetto di trovare dei buoni compagni d’avventura e affrontare insieme il percorso nel miglior modo possibile. Alla fine, è quello che conta di più .
Strazz: Concordo pienamente e ti rinnovo il “benvenuto a bordo” e grazie del tempo che mi hai dedicato con questa intervista!
Giorgio: Grazie a te! È stato un piacere!